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Siamo lieti di pubblicare la relazione di Valeria Vicari, insegnante di yoga e fisioterapista, presentata al Convegno "Le nuove vie del benessere: medicina e terapie non convenzionali", svoltosi a Ragusa il 26 marzo 2004.
Mi è sempre interessato il corpo, prima quello sano, atletico, poi quello “malato”, ma comunque il corpo, mondo fisico che a un certo punto non è stato più possibile separare dalla sfera psichica ed è diventato corpo-mente, o psicosoma o mille altri termini che sottendono allo stesso significato. D’altronde proprio questo è un primo significato della parola yoga : unione, di corpo e mente, ed è quello su cui ci soffermeremo in questa sede. L’esperienza che ho coltivato negli anni e che l’insegnamento mi dà la possibilità di trasmettere e condividere ha a che fare con un certo tipo di contatto con il corpo, il respiro, il pensiero, il silenzio. Il corpo è uno scrigno prezioso che se osservato con attenzione, racconta di noi, della nostra storia personale e familiare, degli aspetti del nostro carattere, limiti e potenzialità, frustrazioni, auto-punizioni e marchi di famiglia, attraverso posture, atteggiamenti, vizi, tensioni, contratture, malattie. Lo yoga è uno strumento con cui si può imparare a leggere il linguaggio con cui certe informazioni vengono espresse dal corpo ed è allo stesso tempo lo strumento con cui si può intervenire. Un obiettivo che mi prefiggo, come fisioterapista e come insegnante di yoga, è la possibilità di un tipo di contatto grazie al quale ognuno possa riconoscersi nel proprio corpo e attraverso il proprio corpo,affinché questo diventi appunto strumento e non gabbia. Apparentemente banale, o inappropriato rispetto al contesto di cui stiamo trattando, in realtà centra perfettamente il tema, se condividiamo l’idea che determinate sindromi, o malattie o disturbi di entità differenti, hanno a che fare con uno scarso contatto e una difficoltà di accettazione del proprio corpo o dei propri limiti, e con tutti i meccanismi che partendo da questo innescano catene che portano al dolore. In particolare nella disciplina di cui io mi occupo, che si chiama Ekatva Yana1, cioè la via dell’integrazione nell’unità, si studia attraverso lo yoga la relazione che ognuno di noi ha con sé stesso, e mira ad un’accettazione rilassata di ciò che accade a livello fisico, energetico, emotivo e mentale. Il campo d’azione e di interesse di Ekatva Yana è molto più ampio, ma in questo contesto ci limitiamo a questa definizione. A proposito di relazione con sé stessi,mi ricordo di una signora 50enne, molto bassa, che nel suo lavoro di dirigente aveva a che fare con colleghi maschi e per di più alti. Lamentava dolori forti a tutta la colonna, e notevole rigidità. Le sue radiografie evidenziavano la totale scomparsa delle 3 curve fisiologiche e quindi la perdita delle possibilità di ammortizzamento di fronte agli stress fisici, e non solo… Che cosa vi fa pensare? Il suo corpo aveva cercato di allungarsi a scapito della sua integrità! Quanta accettazione di sé ci può essere in un quadro di questo genere? Ancora, per andare più a fondo rispetto al punto di vista che voglio affermare: Ad una persona che ha dolori forti, contratture e atteggiamenti di rigidità alla regione cervicale e alle spalle; che ha una base d’appoggio molto precaria, che sembra sempre sul punto di perdere l’equilibrio e che cammina quasi rifiutando di toccare il pavimento con i piedi…potremo trattare in maniera antalgica il collo e le spalle per tutto il tempo che vorremo, ottenendo solo un temporaneo sollievo del sintomo, ma non affronteremo mai il vero problema se non sposteremo l’attenzione al suo modo di scaricare il peso del corpo a terra, usando asana che attivando i centri d’energia più bassi agiscano proprio sul “radicamento”. Stato di salute, nella medicina orientale è scorrimento armonico di energia vitale all’interno del sistema dei canali energetici predisposti a questo. Malattia è l’interruzione della circolazione armonica dell’energia, ed è lo strumento usato dalla coscienza per rendere visibile nel corpo, attraverso un sintomo, una carenza, un disagio, un disturbo. Lo yoga come terapiaDopo lo studio del sintomo su cui si vuole intervenire, ribadendo il concetto che prima di essere eliminato, come si fa abitualmente nella medicina occidentale, deve essere ascoltato e interpretato, la terapia yoga si basa sulla selezione e l’ordinamento in sequenza di asana, cioè posizioni fisiche ed esercizi di respirazione che estendono alcune parti del corpo e ne rilassano altre, e mirano a correggere disfunzioni fisiche, fisiologiche e psicologiche dirigendo l’irrorazione sanguigna nelle aree che ne hanno più bisogno e promuovendo una distribuzione uniforme della bioenergia. La prima operazione ha a che fare con il respiro, successivamente si lavora con le asana, nelle quali il respiro rimane elemento fondamentale. La scienza psico-neuro-immunologica ha messo in luce la connessione tra corpo, mente ed emozioni. Questa connessione crea la spirale che cercheremo di interrompere. La sofferenza si manifesta in molti casi come dolore fisico, il dolore genera tensione a più livelli : nei muscoli, nel diaframma e nel sistema nervoso. Il diaframma, infatti, nelle situazioni di stress diventa troppo rigido per modificare la sua forma durante la respirazione. Lo yoga permette al diaframma di riacquistare l’elasticità per gestire lo stress intellettivo, emotivo o fisico. Attraverso lo yoga è possibile alzare la soglia del dolore e della resistenza ad esso e rilassando la mente si riduce la paura del dolore, che in molti casi è più dannosa del dolore stesso. Infine, grazie alle tecniche di rilassamento, la yogaterapia permette di ottenere una migliore gestione della tensione costante che ci accompagna nel quotidiano e che inevitabilmente è causa di quel circolo vizioso che produce aumento del tono muscolare e dolore. Volendo entrare nello specifico di una sindrome dolorosa frequente, ho fatto uno studio circa l’utilizzo della terapia yoga nel trattamento della lombalgia. Il mantenimento di determinate posizioni in ascolto delle percezioni da esse prodotte e dalla respirazione, offre strumenti per la presa di coscienza del segmento lombare, per l’ottenimento dell’allungamento dei muscoli allo scopo di produrre elasticità e scioltezza e per il potenziamento del sistema neuromuscolare che costituisca una struttura forte e stabile capace di contenere l’effetto degli stress agenti sulla parte e sull’organismo in generale. Lavoro costantemente con soggetti lombalgici e quasi tutti coloro che fanno yoga con me riportano nella loro storia disturbi alla colonna vertebrale. Bene, posso dire tranquillamente che attraverso lo yoga posso intervenire in qualunque fase della sindrome, acuta, sub o cronica, e che dopo pochissimo tempo, si producono notevoli miglioramenti rispetto al dolore, alla flessibilità e alla percezione del proprio corpo. Studiando i protocolli appartenenti alle tecniche di rieducazione posturale, ho trovato che praticamente tutte le posizioni proposte derivano dallo yoga, così come la ricerca di un certo tipo di allungamento nei muscoli, e di un certo tipo di respirazione. Cioè, attingendo giustamente dal bagaglio prezioso di chi nei millenni aveva già scoperto l’approccio al corpo secondo le regole della globalità, del rilassamento, dell’allungamento, ecc.., i nuovi ricercatori occidentali hanno rielaborato e messo a punto tecniche, orientamenti, correnti di pensiero che però, per lo più, hanno rinunciato a parti della disciplina fondamentali e che fanno la differenza tra un’esperienza integrata nella propria vita e un farmaco da prendere. Naturalmente ho scelto di parlare di una piccola fetta del grande argomento dello yoga, per ragioni di tempo e di aderenza ad un orientamento terapeutico. Rimandiamo ad altra sede ed altri tempi la possibilità di parlare di meditazione, di disciplina e di filosofia yoga. Per questo vi lascio citando Iyengar: Il corpo è l’arco e le asana sono le frecce per centrare il bersaglio : l’ANIMA.
Valeria Vicari
1) Ekatva Yana è una delle tre discipline con cui si estrinseca lo Yoga Evolutivo secondo il metodo Normodinamico, creato da Paolo Menghi, fondatore della Scuola a cui appartengo (http://web.tiscali.it/mandala/mandala.html).
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tratta dal sito www.lizmediavilla.com
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Direttore: Pippo Palazzolo Registrazione Tribunale di Ragusa n.8/96 - Direttore Responsabile: Faustina Morgante - Editore A.s.tr.um. Ragusa Ultimo aggiornamento: 21 giugno 2011 |